Ex Libris Forum - Libri, Recensioni, Novità letterarie e Gruppi di lettura

Posts written by Itaca

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    Li ho letti tutte e tre e se così non fosse non saprei cosa scegliere.

    Quello di Camilleri è un gioiello.
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    Le sorelle Whipple


    La suora giovane
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    Kitty Foyle
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    CITAZIONE (Boubi @ 13/5/2024, 14:24) 
    Ho deciso di buttarmi su un libro di Carrère «Un roman russe » ( un romanzo russo)

    A me è piaciuto moltissimo!
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    Le prime cose che mi sono venute in mente leggendo questo breve racconto sono il “Sarchiapone” di Walter Chiari e il “Minollo” di Massimo Troisi.
    Ed ora aggiungo “Xingu”, tutti hanno in comune un perfido e divertente inganno che mette in difficoltà gli altri, restii ad ammettere subito e semplicemente di non sapere di che si tratta.
    Ed è quello che succede ad un circolo letterario al quale partecipano distinte signore della borghesia che vogliono apparire colte, informate, per cui leggono gli ultimi libri stampati e li scelgono in base a criteri di serietà dei contenuti e come viatico per “elevarsi”.
    Mrs Ballinger, la fondatrice del circolo, era “una di quelle signore che perseguono la Cultura in gruppo, come se fosse pericoloso incontrarla da soli”, ma nel gruppo c’è una signora che si distingue perchè fuori dal coro, Fanny Roby, rientrata da poco dal Brasile, non si interessa dei libri più alla moda, legge Trollope, e più che “elevarsi” dalla lettura vuole trarne godimento.
    Quando una nota scrittrice accetta l’invito del circolo per parlare del suo ultimo libro si scatena il panico fra le signore, che vogliono distinguersi e lasciare una buona impressione, solo Fanny che non ha letto il suo libro è tranquilla e indifferente.
    L’incontro fra la scrittrice e le signore del circolo parte in maniera stentata, e quando Fanny introduce un nuovo argomento, tutte si sentono sollevate perché tolte d'impaccio, ma …. e qui inizia lo spasso. Seguono pagine esilaranti, peccato solo che il racconto è brevissimo non avrei mai lasciato le signore in questione!
    Una satira arguta e intelligente a cui segue un breve saggio della Wharton sulla tipologia dei lettori che a mio avviso calza benissimo anche ai nostri giorni.
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    Non è per me ...
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    A scelta la lettura del gdl Ex Libris tra pari merito:

    T di C. Maroo e Matrix di L. Groff



    T

    Matrix

    Fino al 31 luglio.

    Buona lettura!
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    Inizio Il ladro di M. Finkel
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    CITAZIONE (Itaca @ 11/5/2024, 15:56) 
    Inizio il breve Xingu

    Terminato! Che spasso!
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    Terminato Xingu, divertente e arguto, peccato sia breve!

    In lettura Il ladro di M. Finkel
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    220px-2012_Vigdis_Hjorth

    Vigdis Hjorth (Oslo, 19 luglio 1959) è una scrittrice norvegese.

    Biografia
    Nata nel 1959 a Oslo, dove risiede, si è laureata in storia, scienze politiche e letteratura.

    A partire dal suo esordio nel 1983 con Pelle-Ragnar i den gule gården ha pubblicato una trentina di titoli per ragazzi e per adulti e le sue opere sono state tradotte in 27 paesi.

    Vincitrice di numerosi riconoscimenti tra i quali il Premio Brage onorario nel 2014 e il Premio Dobloug nel 2018 con il suo romanzo semi-autobiografico trattante il tema dell'incesto Eredità del 2016 ha ricevuto notorietà internazionale sia per le polemiche legate alla tecnica dell'autofiction che per la causa legale intentata dai parenti dipinti nel libro.

    Opere (parziale)
    Pelle-Ragnar i den gule gården (1983)
    Gjennom skogen (1986)
    Med hånden på hjertet (1989)
    Fransk åpning (1992)
    Død sheriff (1995)
    Ubehaget i kulturen con Arild Linneberg (1995)
    Takk, ganske bra (1998)
    En erotisk forfatters bekjennelser (1999)
    Hva er det med mor (2000)
    Om bare (2001)
    Fordeler og ulemper ved å være til (2005)
    Hjulskift (2006)
    Tredje person entall (2008)
    Snakk til meg (2010)
    Leve posthornet! (2012)
    Et norsk hus (2015)
    Eredità (Arv og miljø, 2016), Roma, Fazi, 2020 traduzione di Margherita Podestà Heir
    Lærerinnens sang (2018)
    Henrik Falk (2019)
    Lontananza (Er mor død, 2020), Roma, Fazi, 2021 traduzione di Margherita Podestà Heir

    Premi e riconoscimenti
    Premio Brage 2014 Premio onorario
    Premio Amalie Skram 2014
    Premio della Critica Norvegese 2016 vincitrice con Eredità
    Bokhandlerprisen 2016 vincitrice con Eredità
    Premio Dobloug 2018

    :lock:
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    CITAZIONE (Acquamarina @ 12/5/2024, 13:13) 
    In lettura Schiavi della solitudine.

    Sono curiosa di leggere le tue impressioni ...
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    71Q7tMq8C-L._SY466_Theoria - p. 160

    È il 1975, in piazza Campo de' Fiori a Roma, tra la folla, volti riconoscibilissimi: la voce ferita di Moravia che grida «È morto un poeta. Di poeti ne nascono pochi in un secolo»; oppure il dolore e la cattiveria di Elsa Morante, che si rivolta a Siciliano - colpevole di aver stroncato "La storia" - che con lei quel dolore vorrebbe condividere: «Cosa vuoi?». Da qui il motore memoriale del libro: la telefonata di Cordelli, la mattina del 2 novembre, che lo avverte dell'assassinio, e poi di seguito un viaggio a ritroso: la conoscenza di Pasolini dopo la lettura delle Ceneri di Gramsci, il lavoro fianco a fianco nella rivista «Nuovi Argomenti», e ancora i viaggi fatti insieme, le cene con Moravia, Dacia Maraini, Laura Betti e Maria Callas, o il set del "Vangelo secondo Matteo" in cui Pier Paolo fa recitare a Siciliano la parte dell'apostolo Simone. Ma "Campo de' Fiori", a ben vedere, è qualcosa di più profondo di un memoriale. Non è esattamente il racconto di un'amicizia, e nemmeno l'ennesimo libro su Pasolini. È invece una resa dei conti con se stessi di cui Pasolini non è certo il pretesto, e neppure il mezzo per compierla, quella resa. È l'ossessione dalla quale si prendono le distanze per affermare, conoscere se stessi. Postfazione di Andrea Caterini.

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    Enzo Siciliano è stato scrittore, saggista, critico letterario, sceneggiatore e tanto altro, per esempio attore, quando Pasolini lo volle come Simone ne “Il vangelo secondo Matteo”.
    Questo libro di memorie ruota attorno alla figura di Pasolini, inizia con il funerale, quando Moravia con la voce rotta dal dolore pronunciò la famosa frase: “Di poeti ne nascono pochi in un secolo”, e prosegue su un doppio binario, il viaggio dell’autore a Casarsa alla ricerca di impressioni pasoliniane e ai ricordi legati alla sua amicizia con quel gruppo di letterati e scrittori che segnarono il Novecento, come Giacomo Debenedetti (di cui consiglio la lettura di La casa dalle finestre sempre accese di Anna Folli, perchè anche se non si conosce Debenedetti la sua vita, le sue relazioni e la sua preparazione critica, sono state determinanti per la cultura italiana), Alberto Moravia, Elsa Morante, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, e tanti altri.
    Ed è anche la storia personale di Siciliano che muove i suoi primi passi nel mondo letterario, sostenuto da Bassani, e con i preziosi confronti con Moravia.
    Sono ricordi sparsi che riescono però a dare al lettore le atmosfere dell’epoca, quando ci si poteva incontrare da Rosati famoso bar di Piazza del Popolo, o a cena a Campo de’ Fiori presso “La carbonara”, ed è proprio a Campo de’ Fiori che si tennero i funerali di Pasolini, dove si avviavano accese discussioni letterarie, su idee, soggetti, temi, ma al centro sempre Pasolini e il suo conflitto intellettuale, che animava le serate.
    Ricordi di un viaggio con Moravia e Maraini in Tunisia, ricordi di eventi personali e intimi, come la dolorosa separazione tra Moravia e la Morante, o il rancore della Morante verso Siciliano che aveva osato criticare “La Storia” perchè a suo modo di vedere era il frutto dell’influenza dei romanzi di Moravia, ricordi di conquiste e fallimenti, come in un concorso dove Pasolini favorì un altro concorrente sostenendo di avergli fatto un favore, e forse era proprio così.
    Memorie che lasciano poco spazio ad aneddoti o gossip ma che ci avvicinano al cuore della letteratura e che fanno meglio comprendere la produzione letteraria di quel periodo.
    Estremamente interessante la postfazione di Andrea Caterini.

    :lock:
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    81PJ+WOQVRL._SY466_Einaudi - p. 263

    Una professoressa di Lettere di un istituto tecnico scompare nel nulla. E se non fosse per una collega, nessuno se ne preoccuperebbe. Il marito, un ricco industriale, sostiene che la donna se ne sia andata di propria volontà, e non esistono prove del contrario. Approfittando di un momento di tregua nel lavoro, gli uomini di Palma, cui si è aggiunto un elemento per coprire l'assenza forzata di Pisanelli, decidono di cominciare un'indagine in modo informale. Scopriranno che anche le vite piú piene possono nascondere un vuoto incolmabile. Un vuoto che ha innumerevoli colori: uno per ogni paura, uno per ogni orrore.

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    Altra bella indagine dei Bastardi di Pizzofalcone, ma soprattutto sono le vicende personali dei vari componenti della precaria stazione di polizia che rendono questa serie davvero avvincente.
    Come al solito De Giovanni scrive pagine molto belle e sentite, in questo caso i vari colori del vuoto che caratterizzano ogni personaggio, e come al solito è il dolore nelle sue varie forme e manifestazioni che l’autore descrive sempre con grande maestria.
    Credo che “Vuoto” sia tra i migliori letti fino ad ora, forse perché i Bastardi acquisiscono sempre più spessore e nonostante la storia criminale sia per certi versi “debole”.


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    Inizio il breve Xingu
2889 replies since 12/9/2022
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